Sono appena rientrata dalla giornata di premiazione del concorso “Filmare la storia” indetto dall’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza di Torino.
E’ stato un pomeriggio davvero stimolante. I lavori prodotti dai ragazzi di diverse scuole del Piemonte (e non solo) hanno raccontato diverse storie del Novecento, dalla Resistenza in Liguria all’assedio di Sarajevo. Quest’anno, per la prima volta nella storia del concorso che festeggia i suoi primi dodici anni di attività, sono stati premiati anche prodotti audiovisivi realizzati da videomakers professionisti che avevano come tema comune quello del racconto della Storia del Novecento. Anche questa sezione speciale si è dimostrata ricca di spunti e riflessioni che mi aiuteranno sicuramente nei lavori che spero potrò fare in futuro.
Ed è proprio in questa sezione che il mio piccolo contributo alla storia della Resistenza, il documentario “Si chiamavano ribelli”, ha ricevuto una menzione della giuria all’interno del premio speciale “25 aprile”. E’ stato davvero emozionante ascoltare le motivazioni che hanno spinto i membri della giuria a premiare questo mio lavoro e ancora più emozionante sono state le parole di Ezio Montalenti, presidente dell’Anpi di Torino e provincia, che non solo ha elogiato il filmato, ma ha anche raccontato di un episodio che l’ha visto protagonista durante la guerra di una fuga rocambolesca proprio lì, tra i monti dove i partigiani della Strisciante Musati stavano combattendo per la libertà. Sentir parlare degli “eroi valsesiani” ha suscitato in me un grande senso di orgoglio, non solo per il premio che mi è stato consegnato, ma anche e soprattutto per la mia provenienza territoriale che, nonostante la lontananza avrà sempre un posto speciale nel mio cuore.
Ringrazio davvero la giuria del premio speciale “25 aprile” per questa menzione…
“Attraverso la struttura tradizionale del documentario emergono tratti curiosi e interessanti della storia della Brigata “Strisciante Musati” della Valsesia. Un lavoro accurato e ben equilibrato, ricostruito grazie alle testimonianze dirette e indirette e alla raccolta dei documenti dell’epoca. Sicuramente un documentario di pregio per valorizzare una storia poco conosciuta del partigianato piemontese”
(motivazione della menzione della giura del premio speciale “25 aprile” di Filmare la Storia, 12° edizione)